Per coltivare terreni meno fertili c'era bisogno di rivoltare il terreno e le zolle di terra per far si che dall'entroterra salissero gli elementi nutritivi necessari per far crescere le piante . I primi aratri erano molto semplici ed erano in realtà solmante composti da un bastone ricurvo (aratro a chiodo) che con l'addomesticamento del bestiame potè, in seguito, essere trainato da buoi.
Con questo tipo di aratro bisognava arare il terreno almeno 2 volte in direzioni ortogali poichè il terreno veniva solamente "rotto" con una sola aratura ma le zolle non venivano rovesciate; ciò porto ad una conseguente struttura dei campi solitamente quadrangolare.
In seguito all'epoca dei romani, l'aratro fu innovato e vennero introdotte nuove tecnologie (grazie all'utilizzo della metallurgia) quali:
- Le ruote che facilitano l'andamento dell'aratro che riusciva ad arare anche i campi più "pesanti";
- Il coltro (o coltello) che taglia facilmente, in direzione verticale, il terreno;
- Il vomere che taglia orizzontalmente, a livello delle radici, il terreno;
- In fine il versoio (o rovesciatoio) che ribalta le zolle di terra appena tagliate.
Dell'Orco Luca
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